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Recensione di All You're Dreaming Of

Di seguito al recensione fatta dal Rolling Stone Italia del nuovo singolo di Liam All You're Dreaming Of.

Autore: Claudio Todesco

Il Grinch del rock'n'roll è tornato per salvare le feste del 2020. Il suo singolo natalizio è una delle canzoni più lennoniane di un lennoniano convinto. Un abbraccio per «tenere a bada le tenebre» 

Un Liam Gallagher così, sognatore sensibile vulnerabile, raramente lo si ascolta. Modello riverito di cinismo e sarcasmo rock'n'roll, mostra d'avere un cuore nel nuovo singolo All You're Dreaming Of. Forse persino una coscienza. Addirittura un qualche interesse per la sorte degli abitanti del pianeta. E siccome il singolo esce per Natale (i proventi vanno in beneficenza a favore di Action For Children) e parla d'amore e di sogni e di quelle cose lì, il modello non può che essere il John Lennon di Happy Xmas, tutto campane e buoni propositi. Solo che allora c'era una guerra di cui immaginare la fine, oggi c'è un virus che provoca incertezza e solitudine e c'è bisogno d'un abbraccio o di un suo surrogato.

Dice quel maestro di marketing rock'n'roll che è Liam che All You're Dreaming Of è un instant classic. Gli piacerebbe, sì. Di sicuro è una canzone costruita assemblando i mattoncini di cui sono fatti i classici. Gallagher e i suoi, il co-autore Simon Aldred (che ha scritto con Sam Smith) e il co-produttore Andrew Wyatt (il co-autore di Shallow di Lady Gaga e Bradley Cooper) li hanno costruiti con cura: gli strumenti a fiato dell'introduzione che portano in un tempo fuori dal tempo; la parte di pianoforte semplice e lennoniana; gli archi e i cori svolazzanti. All You're Dreaming Of è decisamente old school, spudoratamente sentimentale, l'opposto di quello che sono le canzoni pop oggi. Sai che è una specie di Frankenstein, che è un meccanismo costruito affinché ti piaccia, eppure ti frega lo stesso.

Nel testo c'è tutto un immaginario ultraromantico vecchia scuola. Facendo la lista sembra ancora più zuccheroso: il cielo notturno da dipingere, il campo di stelle, la Luna, sogni e miracoli, persino un uccellino che si posa sul davanzale. Ma non canta, lo sventurato. Gallagher e Aldred hanno scritto All You're Dreaming Of sapendo che molti sono provati emotivamente e hanno bisogno di parole di conforto. Eccole: l'amore è un antidoto a un mondo che dà il suo peggio, l'amore ti copre di "baci improvvisati" – quel "kisses unrehearsed" è la cosa migliore del testo – e ti dice che non tutto è perduto, ti ricorda che anche quando va tutto a rotoli tu qualcosa vali.

I Coldplay ne avrebbero fatto un pezzo in crescendo, scampanellante e gioioso. Anzi, l'hanno fatto, s'intitola Christmas Lights, è uscito 10 anni fa. Gallagher, Aldred e Wyatt invece ti preparano a un'esplosione che non arriva mai. La cosa migliore, forse, è l'interpretazione vocale. Niente d'appariscente, ma saranno la ripresa microfonica che evoca registrazioni d'altri tempi e la misura con cui Gallagher riesce a suonare vibrante senza strafare, fatto sta che ogni sguaiatezza è messa da parte e il canto va dritto al punto. C'è dentro anche un po' di Natale, sì. All You're Dreaming Of lo evoca senza mai citarlo. E davvero per quattro minuti riesce a "tenere a bada le tenebre", come dice il testo.

"This is not here" era il titolo paradossale di una mostra di Yoko Ono e John Lennon dei primi anni '70. "This is not here" è la scritta che compare sul vetro di una finestra nel video di All You're Dreaming Of. Oggi la frase suona meno paradossale, sembra l'invito a immaginare una realtà migliore di quella che c'è oltre quel vetro. «Bing Crosby ne sarebbe fiero», ha detto Gallagher della sua canzone natalizia. John Lennon pure. 

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