Noel : "Non c’è nulla, non c’è davvero nulla oggi che anche lontanamente si possa avvicinare a quel disco”.
Noel racconta i retroscena di (What's the story) Morning Glory ai Rockfield Studios
Venticinque anni fa usciva uno dei dischi che hanno segnato in maniera indelebile gli anni Novanta, (What's the Story?) Morning Glory degli Oasis. Un album entrato nella storia del rock per le canzoni, il suono, ma anche per lo stile e l'attitudine della band di Manchester, capitanata dai fratelli Noel e Liam Gallagher.
L'altra sera per celebrare il venticinquennale, e promuovere la nuova edizione del disco, è andato on line su YouTube un documentario intitolato Return to Rockfield, un ottimo modo per entrare nei segreti di quei giorni in cui gli Oasis diedero vita a uno dei più grandi dischi della storia del rock britannico. Noel Gallagher nel documentario accompagna gli spettatori negli studi in Galles, studi già passati alla storia per le registrazioni di Bohemian Rhapsody dei Queen, e si lascia andare sull'onda dei ricordi e delle emozioni. E' la prima volta che Gallagher torna in quelle stanze da quando ha inciso l'album, assieme al fondatore degli Studios, Kingsley Ward, e nelle stanze non solo ritrova strumenti e oggetti che lo riportano a quei giorni, ma viene letteralmente trasportato dai ricordi, momenti, attimi, suoni, di quell'incredibile disco.
"Ho ascoltato quell'album per la prima volta in venticinque anni oggi", dice scendendo dall'auto che lo ha portato davanti agli studi, "e mi sembra di averlo davvero finalmente capito. Spesso ho pensato cosa ci trova un dannato quattordicenne dopo tutti questi anni? Quando li vedo ai concerti mi chiedo cosa diavolo stanno ascoltando? Io lo capisco oggi. Le parole, le melodie, la voce di Liam che è dannatamente su un altro livello in quel disco. Perché non c'è nulla, non c'è davvero nulla oggi che anche lontanamente si possa avvicinare a quel disco".
Gallagher confessa che la band, all'epoca, non aveva grandi progetti per il futuro: "Quando abbiamo registrato Definitely Maybe, l'unico piano che avevamo era quello di continuare ad andare avanti. Non c'era niente altro, andiamo di qua, facciamo quest'altro. Avevo le canzoni per fare un disco e qualcuna che non avevo ancora finito che avrei completato in studio. Il piano quindo era: "entrare in studio e fare il disco". Eravamo con la Creation Records e anche loro non avevano nessun "master plan". Non appena gli Oasis e la Creation hanno iniziato a fare piani è tutto finito, roba tipo i piani quinquennali per qualsiasi cosa, e per ogni cosa c'era una riunione attorno a tavoli che erano più grandi dell'intera Halifax. Invece in quel momento non c'era alcun piano, eravamo solo una indie band di successo che non voleva perdere la forza di quello che aveva creato, e basta. Nessuno aveva idea di cosa sarebbe accaduto dopo, io scrivevo le canzoni ed ero più sorpreso di chiunque altro".
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